Basilica Julia
Nella Basilica Julia si tenevano i processi. Era talmente grande che, dividendo la grande aula con teli e tramezzi, se ne potevano tenere anche quattro contemporaneamente. Come in “Un giorno in pretura” ante litteram, anche all’epoca di Cesare, che la fece costruire, i processi erano ritenuti un vero e proprio spettacolo cui assistere. La lentezza della giustizia in Italia è sempre stata una costante: anche a Roma si poteva incorrere in lunghe e snervanti attese prima che giungesse il proprio turno. I vandali dell’epoca avevano quindi escogitato il loro modo di ingannare il tempo, incidendo sui gradini e sulla pavimentazione della basilica le scacchiere per diversi “giochi da tavolo”.
La basilica Iulia, iniziata da Cesare e terminata da Augusto, che la vide distruggere dall’incendio del 9 a.C. e che la fece quindi ricostruire in memoria dei suoi nipoti defunti (Caio e Lucio), sorge su una basilica repubblicana, la Sempronia. Tale basilica prende nome dal padre di quei Gracchi che tutti ricordano come i gioielli della madre Cornelia e che conobbero una tragica morte. Sotto la basilica di Sempronio Gracco, come in un gioco di scatole cinesi, si trova la casa di Scipone l’Africano. La storia di Roma si stratifica some in un dolcissimo millefoglie.